Kintsugi - Part II. “La Presenza dell’Assenza” Dicembre 2018-Gennaio 2019. Galleria dell'Artistico, Treviso.
Dipingendo ogni ritratto, guardando le foto dei Nikkei (Discendenti di giapponesi), ricostruendo ogni sguardo, ogni sorriso e gesto che dopo più di quarant’anni erano dei ricordi sbiaditi.
Alla fine mi sono immedesimata in quei ritratti. Prendendo come protagonista il precetto buddista “niuga, ganiu” (Io entro, entra me stesso). Ho scoperto ogni ritratto dopo aver letto meticulosamente il libro di Andrés Asato “No sabían que éramos semillas” e dopo ascoltato aneddoti sui desaparecidos grazie agli amici o parenti.
Con ogni pennellata di colore ho cercato di liberare un po’ di quel vuoto che ha avvolto ogni giorno da quando Oscar Takashi Oshiro è stato portato via.
Mi sono presa la responsabilità di fare diventare reali i 17 Nikkei desaparecidos. Di trasformarli con colori forti, vibranti e di portarli qui con noi in un’occasione speciale come si fa con i kakemono nelle case giapponesi.
Perché Kintsugi? È l’arte di riconoscere la bellezza in qualcosa di rotto, unendo i pezzi con l’oro si crea un oggetto più bello per le sue imperfezioni.
Ho subito pensato fosse la metafora perfetta per ricordare la resilienza dei famigliari dei desaparecidos, hanno avuto il coraggio di andare avanti anche se si sono trovati con le loro vite a pezzi dopo che si sono portati in un attimo i loro cari, per più di quarant’anni hanno vissuto in un crudele limbo di speranza (visto che non si trovano i corpi) e di incertidumbre per la scomparsa.
Kintsugi per sanare le ferite/traumi con l’oro, in questo caso l’arte.
Picasso disse; ”Tutto ciò che puoi immaginare è reale!".
Queste sue parole hanno risuonato fin dall’inizio di questo progetto. Tutto quello che dipingo è reale, per un attimo sono riuscita a guardare a mio padre negli occhi e ho voluto che le altre famiglie Nikkei abbiano davanti i loro cari.
Presenza: dal latino praesentia(m), da praesens, genitivo presentis, 'presente'; presente, dal latino praesente(m), da prae- 'pre-' 'prima', ma anche 'davanti', cioè, essere davanti, esserci.
Assenza: dal latino absentia(m), da absens, absentis 'assente'; assente: dal latino absente(m), participio presente di absum 'sono assente', composto da ab che indica allontanamento e sum 'io sono’.
Quindi l'assenza non è annullamento, ma allontanamento: è la condizione di qualcuno o qualcosa di esistente che per un certo periodo (breve o prolungato) in quel momento e in quel luogo non c’è. I ritratti dei Nikkei sono di persone che sono ancora presenti nel senso etimologico, nel senso che sono davanti a noi. Perché sono 'presenti' nei nostri geni, nel nostro sangue, nei nostri sentimenti, nelle nostre certezze e paure; sono 'presenti' nei nostri gesti, nei nostri comportamenti, ecc. Sarebbero lì 'presenti' anche se, per assurdo, provassimo a dimenticarli.
Prendere un’iniziativa, un’azione contro la dittatura in Argentina degli anni Settanta come quella dei 16 Nikkei non è sufficiente, almeno che venga raccontata da un testimone per generazioni successive.
La parola “desaparecido” significa scomparso ed è così che li voleva “La Junta”. Con il nostro gesto di fare “riapparire” i 17 Nikkei di fronte a dei “testimoni”, il pubblico diventa un partecipante attivo come reazione a delle azioni inumane e barbariche commesse dai militari argentini.
Quello che mi fortifica è che non è arte per l’arte, ma ha uno scopo che mi tocca da vicino perché mio padre era uno dei diciassette.
Abbiamo il sostegno degli altri famigliari Nikkei, per loro sapere che non sono da soli, che persone lontane riconoscono il loro impegno di vita per trovare risposte e giustizia, fa che il nostro lavoro ne valga la pena.
L’installazione è composta da 17 ritratti con supporto di forma quadrata su un pseudo kakemono ridisegnato per l’occasione.
Germano Dalla Pola - Gaby Oshiro
Kintsugi - La Presencia de tu Ausencia Parte II. Versión Argentina.
Centro Municipal de Arte Avellaneda, Buenos Aires.
En colaboración con Colorado Creative Industries, AJA, y FDCJ
Cuarenta años después de ver a su padre arrebatado para siempre, la artista decidió que, en lugar de reconstruir su vida olvidando, había llegado el momento de recordar.
Esta conmemoración no se refería solo a la persona amada, sino también a todos los desaparecidos pertenecientes a la colectividad japonesa, y así se comprometió a "dar vida" a través del color a los 17 Nikkei desaparecidos.
Gaby Oshiro trabaja en este ejercicio de reproducción de retratos, dando a la práctica el nombre de Kintsugi, que en la tradición japonesa es el arte de reconocer la belleza en algo que se ha roto. Esta metáfora concebida por la artista, es reconocible en sus obras, que expresan el concepto de auto-curación a partir del crear, combinando fragmentos y sellándolos con el color de la memoria.
Siempre en colaboración con el arquitecto italiano Germano Dalla Pola que se ocupa de la planificación de la muestra.
La primera parte de la exposición se exhibió en septiembre-octubre de 2016, en el Espacio Cultural de la Biblioteca del Congreso de la Nación de Buenos Aires, con motivo del 100 aniversario de la fundación de la Asociación Japonesa en Argentina.
La segunda parte tuvo lugar en la Galería del Liceo Artistico De Treviso, en diciembre 2018 - enero 2019, un espacio cultural perteneciente a la escuela estatal de Treviso, el lugar donde Gaby Oshiro completó sus estudios y la ciudad italiana que acogió a su familia durante la reconstrucción de una nueva vida.
La exposición propone una especie de reapropiación del espacio físico: cada retrato y silla convierten en tangible ese espacio vacío dejado por los 17 Nikkei.
La silla deja de ser un objeto de uso cotidiano y se transforma en el simbolo, en la presencia de la ausencia.
La enorme ausencia dejada por los desaparecidos es todavía palpable, se siente tanto como la presencia de cuando estaban vivos, y tal vez incluso más.
Los familiares de los desaparecidos siguen buscando justicia y respuestas sobre el destino de sus seres queridos. Éstas caras que reaparecen en los lienzos de Gaby Oshiro son el testimonio que nunca han sido olvidados, ni lo serán.
Texto por Paola Pepa, de Arte Argentina, Italia.
Il progetto Kintsugi di Gaby Oshiro a Treviso: il coraggio di chi non dimentica lega Giappone, Argentina e Italia
La città di Treviso ha l’onore di ospitare la mostra “Kintsugi – Part II. The Presence of Your Absence” di Gaby Oshiro, a cura dell’Architetto Germano Dalla Pola.
Non c’è miglior modo per introdurre la tematica che leggere le parole di quest’eroica artista: ” Ho trascorso più di vent’anni a disegnare e dipingere ritratti ed occhi di estranei, evitando continuamente il soggetto che era sempre stato proprio di fronte a me, da quando avevo cinque anni. Porto questo peso emotivo sulle spalle dalla sera del 21 aprile del 1977, quando quattordici uomini armati, vestiti in borghese, fecero irruzione nello studio legale di mio padre, Oscar Takashi Oshiro, e lo costrinsero ad “accomodarsi” in una Ford Falcon diretta verso una destinazione che non prevedeva ritorno. Era il periodo della dittatura militare in Argentina ed io, mia madre Beba e mio fratello Leo perdemmo il faro delle nostre vite”.
Quarant’anni dopo aver visto portare via suo padre per sempre, l’artista decise che invece di trascorrere la sua vita a ricostruire per dimenticare, era giunto il momento di rievocare. Tale commemorazione non si riferiva solo alla persona amata, ma anche alla memoria collettiva di tutti i desaparecidos Nikkei, facenti parte della comunità giapponese argentina, i quali avevano combattuto tramite i propri valori, ideali e speranze di riforma. Fu così che si è assunta l’impegno di “dare vita” attraverso il colore ai 17 desaparecidos Nikkei, vittime di chi aveva deciso un giorno qualunque di eliminare i loro nomi, documenti, foto ed esistenza per l’eternità. Gaby ha eseguito dei veri e propri ritratti, come se i protagonisti del suo lavoro avessero davvero posato per lei, ispirata dall’affermazione di Picasso: “Tutto ciò che puoi immaginare è reale!”
Gaby Oshiro è la testimonianza vivente di una storia atroce, una ferita che rimane aperta e deve essere raccontata in onore della verità, in onore della vita, della libertà di pensiero e della giustizia. Non lo fa per un sentimento di ritorsione, non c’è odio, non c’è vendetta. Al contrario, c’è rispetto, c’è tenerezza, c’è valore. L’artista lavora in questo esercizio di riproduzione dei ritratti, dando alla pratica il nome di Kintsugi, che nella tradizione giapponese è l’arte di riconoscere la bellezza in qualcosa che è stato spezzato; l’unione delle parti con l’oro permette di forgiare un nuovo oggetto, in cui imperfezioni e crepe creano una nuova armonia. Questa metafora esemplare, ideata dall’artista, è riconoscibile nelle sue opere, che esprimono il concetto di auto-guarigione a partire dal creare, unendo i pezzi rotti e sigillandoli tramite il colore della memoria.
La prima parte della mostra è stata esposta a settembre-ottobre nel 2016, nello Spazio Culturale della Biblioteca del Congresso della Nazione di Buenos Aires (Argentina), in occasione del 100 ° anniversario della fondazione dell’Associazione giapponese in Argentina (Asociación Japonesa en Argentina).
La seconda parte si svolge presso la Galleria del Liceo Artistico, uno spazio culturale appartenente alla Scuola Statale di Treviso, luogo in cui Gaby Oshiro ha terminato i suoi studi, città italiana che ha ospitato la sua famiglia durante la ricostruzione di una nuova vita.
KINTSUGI – PART. II THE PRESENCE OF YOUR ABSENCE
Gaby Oshiro
A cura di Germano Dalla Pola
Galleria dell’Artistico
Inaugurazione 7 dicembre alle ore 18.00
Con una performance musicale di Gaby Oshiro e Stefano Silenzi
08.12 – 21.12.2018
Dal lunedì al sabato: 10.00 – 12.00
Sabato e domenica: 15.00 -19.00
Ingresso Gratuito
Galleria dell’Artistico, Via Carlo Alberto n. 5, Treviso